Che le primarie di qualche settimana fa non fossero la panacea per la democrazia interna dei partiti lo
sapevamo tutti e lo spettacolo che stiamo mostrando alla gente, alla città, in
questi giorni lo evidenzia con sufficiente durezza.
Non ci rendiamo conto neanche del quadro che i giornali
locali descrivono del nostro partito.
Appare una enorme rissa con personaggi improbabili e futuri
onorevoli che appaiono vittime di se stessi, della loro ambizione più che il
risultato di un mandato ricevuto nel nome del bene comune.
Chi rappresenta un’idea alta e condivisa? Chi è libero da sospetti giochi nascosti e inconfessabili?
Da poco faccio politica ma quanto basta per conoscere
trucchetti e tranelli di bassa lega e che sono ancora il tessuto connettivo di
questi passaggi. Che hanno tutto nel loro interno all’infuori di una gratuita
visione della politica.
Ci vuole una fantasia e una fede incrollabile per accettare
il fatto che questo a cui stiamo assistendo sia il nuovo.
Il problema vero è che il male si accovaccia proprio dentro
i partiti, tutti, che hanno perso il contatto con la realtà e che non riescono
più legittimamente a creare un vitale legame con le persone concrete del nostro
tempo.
Ritengo che forse sia arrivato il tempo per un salutare
ripensamento nella certezza, questa si
incrollabile, che comunque la politica rimane come valore fondativo della
convivenza civile e come forma alta di carità cristiana.
Nessun commento:
Posta un commento