Mentre ci godiamo lo stato comatoso di una politica cittadina ripiegata sempre di più su se stessa, dove il conservatorismo si fortifica, a tutti i livelli, e un apparato ormai delegittimato, politico-culturale-imprenditoriale si prepara all'ultima resistenza, il cui destino comunque è tragicanmente scritto, Papa Francesco, in silenzio, lontano dai clamori mediatici del suo predecessore Giovanni Paolo II, sta compiendo gesti e assumendo decisioni di portata innovativa come nessuno avrebbe sperato.
Una ventata di freschezza che tanti di noi aspettavavno da anni.
L'esempio più prossimo quello della crezione di 16 cardinali elettori la cui maggioranza, per la precisione 9, vengono dal sud del mondo, senza nessuna esperienza di potere e governo ecclesiastico se non quello della testimonianza evangelica nelle loro terre di origine, martoriate da povertà e clamorose contraddizioni di questo tempo globalizzato e moderno; in Italia ha rotto l'automatismo carrieristico episcopale non creando cardinali in quel di Torino e Venezia, cosa inaudita. Ha creato cardinale l'umile arcivescovo di Perugia di cui nessuno dei signori e principi della chiesa italiana ha mai parlato, un inesistente.
Mentre tutto questo avviene, liberando la Chiesa dagli ultimi cinquecento anni di storia misera, la politica nostrana non riesce a spezzare minimamente carrierismi di basso valore morale e piccolo cabotaggio plitico-culturale.
Tutto sempre predestinato in virtù di una clamorosa discontinuità nominale ma una continuità di contenuto disarmante e allarmante.
Vai Papa Francesco, noi siamo chiesa con Te.
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