giovedì 2 agosto 2012

La caduta di Mondolfi e la sua lezione

Io questa mattina non sono potuto intervenire in Consiglio Comunale. Ne sono rattristato, dispiaciuto.
Un consiglio importante, voluto dall'amico Giannini, sulla perdita di libertà e democrazia che Livorno subì 90 anni fa con la cacciata dell'ultimo sindaco prima della tragedia fascista.
Non può essere una banale rievocazione.
Non può essere questo consiglio un riaccendere animi astiosi, rancorosi, ancora non pacificati.
Dovrebbe essere invece un consiglio per ricordarci dell'immane tragedia che può colpire un popolo con la perdita di libertà e democrazia.
Sapere cogliere in tempo, per porvi rimedio, quei rigurgiti o nuovi baliori di populismo e antipolitica che oggi più che mai si stagliano all'orizzonte di popoli e nazioni spaventate dalla perdita del benessere e che nel nome del Moloch progresso e benessere sarebbero piano piano disponibili a cedere parte della propria sovranità.
Non può essere così..ci sono valori quali la dignità dell'uomo, delle sue istituzioni, della sua organizzazione in comunità di liberi e consapevoli che non può essere ceduta o calpestata per nessun motivo.
Infine una parola di pacificazione del cuore.....perchè questo ricordarsi possa anche essere perdonarsi, capire che l'unica strada percorribile è quella di una comune via alla risoluzione dei conflitti.
E' prorpio in questa luce, questa prospettiva che oggi avrei concluso il mio intervento citando forse una della pagine di più alta umanità che la nostra recente letteratura nazionale abbia espresso..le ultime pagine del racconto di Cesare Pavese, La  casa in collina:
Non so se Cate, Dino, Fonso e tutti gli altri torneranno, certe volte lo spero e mi fa paura. Ma ho visto i morti  sconosciuti, i morti repubblichini.Sono questi che mi hanno svegliato. Se un ignoto, un nemico, diventa morendo una cosa simile , se ci si arresta e si ha paura a scavalcarlo, vuol dire che anche il vinto il nemico è qualcuno, che dopo averne perso il sangue bisogna placarlo , dare una voce a questo sangue giustificare chi l’ha perso."