venerdì 28 settembre 2012

Stare da una parte, dialogare con tutti

In questi tempi di magra, dove l'arte dell'opportunismo regna sovrana penso che dichiarare con chiarezza la propria propensione sia una cosa giusta, opportuna.
L'ho detto da subito che l'impostazione che era stata data allo scontro Renzi/Bersani mi rendeva indifferente, soprattutto perchè ritengo tale confronto relegato a livello dei soliti giochetti di potere.
Fin dal primo momento ho vissuto con disagio, irritazione la via sulla quale il mio partito si stava ponendo.
Già dalle sue prime esternazioni ho avuto contatti con Laura Puppato, una persona, amica di partito, con la quale ho sentito una sintonia. Sintonia nel linguiaggio, nelle idee, nel tessuto valoriale di riferimento.
Una donna che riesce a far vivere la politica con una dimensione di sogno e pragmatusmo rara da trovare in noi uomini ma che rivela una forte attrazione ideale.
Mi sono messo a disposizione per un eventuale sua scesa in campo, cercando anche a Livorno, fortezza superideologica, di portare un contributo almeno di conoscenza, un contributo capace di impersonare un tentativo di reale innovazione generazionale ma soprattutto nelle modalità di approccio all'agire politico.
Una terza via nel partito dove prevalga uno spirito di moderazione e di autentico servizio, consci dei propri limiti e per questo aperti veramente ad una condivione autentita che riesca a coinvolgere tutti i livelli decisionali del partito,una linea capace di stanare i "topi di sezione" che ancora tanto imperversano, buoni ad uscire solo quando si spera in qualche briciola o rigurgito di potere.
La prima discriminante, inutile giraci in torno, e come già più volte sottolineato nel mio piccolo, sarà il rapporto e il giudizio sul governo Monti.
Non ho sentito nè Renzi nè Bersani al momento dire con chiarezza una parola definitiva sull'operato del governo.
Non capire che la discriminante per qualsiasi ulteriore passaggio sia proprio questa significa non capire neanche in che tempi stiamo vivendo.

venerdì 21 settembre 2012

Non è più sopportabile!

Ennesima apertura di tormentoni all'interno del PD.
 La querelle Bersani/Renzi che appare a tutt'oggi solo ed esclusivamente una lotta di potere ai vertici del partito.
Perchè è l'ora che smettano di prenderci in giro!
E' solo questione di potere. Niente che abbia il sapore della gratuità, del servizio.  Solo parole d'ordine e schieramenti contro e mai per...
Non è più possibile andare avanti in questo modo.
Che si definiscano linee, idee, che si riesca una buona volta a farsi da parte e lasciare che entrino nella discussione le reali esigenze e preoccupazioni della gente.
Le persone hanno necessità di trovare luoghi di speranza, parole di conforto e di risveglio.
Parole che sappiano costruire scenari realistici, che comportino prese di posizioni attente alla equità ma che non siano demagogiche.
Parole vere, pesanti come la pietra.
Non è l'ora di nascondersi dietro raggiri concettuali e semantici.
La gente ha paura, è scossa.
Un mondo si sta trasformando ed è l'ora che qualcuno riesca ad annunciare questo.
Non è facile, specialmente nello scenario italiano..ma è questo che occorre.
Auguri caro PD, non so se ce la farai.
Io cercherò da qui al 25 novembre di capire e cercare di far capire qualcosa a coloro che lo vorranno.


martedì 4 settembre 2012

In ricordo del cardinal Martini

Un saluto, un pensiero al grande uomo di chiesa che è stato il cardinal Martini.


Non mi piace il titolo principe della chiesa,mi sembra antitetico alla missione stessa della chiesa, agli insegnamenti di Gesù di Nazareth, di Gesù il galileo, il Signore della storia, il Dio fatto carne, concretezza, il Dio pazzo di amore da morire per la sua creatura.

Il cardinal Martini forse tanti giovani della mia parrocchia, della mia chiesa diocesana non sanno neanche chi fosse.

E’ stato prima di tutto un maestro, un maestro di chiesa, un maestro di comunione, un maestro di cultura, quella vera che guarda la storia, l’uomo con passione..di più, con compassione.

Maestro e pastore di una Chiesa che non aveva paura di prendere con responsabilità gli insegnamenti del Maestro e provare a camminare con il mondo, nel mondo, senza timore di contaminarsi, anzi con la gioia e la speranza di poterlo trasformare nel regno di Dio, quel regno che è stata tutta la vita e la testimonianza di Gesù.

Tanti della mai generazione hanno sperato, lo dico senza infingimenti, che dal balcone di San Pietro dopo quell’”habemus papam” fosse fatto il suo nome, non è stato così perché lo spirito di Dio ha voluto percorrere altre strade.

Ma noi lo abbiamo ascoltato, soprattutto letto, confortandoci del fatto che lui esprimeva nelle sue parole le nostre paure, le nostre ansie le nostre speranze.

Con lui abbiamo amato e amiamo questa nostra chiesa che lui stesso definiva recentemente “stanca”, che si chiedeva “come mai non si scuote?”. Lo diceva con sofferenza come uno sposo guarda la sua donna in difficoltà.

Prima di lui altri maestri ci hanno lasciato, per me l’indimenticabile Ablondi e soprattutto l’amato Savio Vincenzo.

Tutti con le stesse caratteristiche, ardenti di amore per la Chiesa e il suo popolo, che ci hanno guidato soprattutto nella scoperta e nell’amore per la Parola di Dio, nello studio approfondito di essa, perchè unica parola di salvezza e unica parola capace di guidarci in questi tempi apparentemente oscuri.

Che ci hanno fatto amare la Chiesa del Concilio Vaticano II e che ci hanno indicato un percorso semplice fatto di ascolto della parola e che individuava nei poveri il mezzo privilegiato e il fine autentico della Chiesa di Cristo.

Grazie a questi testimoni, questi fratelli maggiori oggi possiamo ancora percorrere le nostre strade individuali certo talvolta con stanchezza, talvolta arrancando, ma con lo sguardo verso quella meta che loro, che il cardinal Martini avevavo individuato con chiarezza e che a noi avevano partecipato.

Adesso sta a noi prendere questo testimone e far si che le nuove generazioni possano godere e assaporare quanto è dolce il Signore, quanto è soave che i fratelli possano stare insieme, e quanto il mondo debba essere conosciuto e amato.